sul selciato umido hai trascinato i tuoi passi
tra le banche, verso il lago
oppure tra quattro mura sporche
in una stanza ombrosa a imbastire la disperazione

fuori la pioggia, eterno autunno,
anime ammuffite si sbriciolano sotto le dita
impotenza di essere nell’altro
l’altro costituito dai suoi meandri

una tristezza pallida plana discreta, piena di rughe
che il tempo ha imbiancato
il canto di un ubriaco sul calare del giorno

finalmente la solitudine si fa avanti
l’unico modo per sentirsi meno lontano da tutto
ricomincia l’indomani, una segreta antica malattia.